Bibliografia: Amendola 2017a

Nadia Amendola, La poesia di Giovanni Pietro Monesio, Giovanni Lotti e Lelio Orsini nella cantata da camera del XVII secolo, Tesi di Dottorato in Beni culturali e territorio, XXX ciclo, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata" - Geschichts- und Kulturwissenschaften der Johannes Gutenberg-Universität Mainz, 2016/2017

Categoria generale
Studi monografici su singoli autori
Parole chiave
Giovanni Pietro Monesio
Giovanni Lotti
Lelio Orsini
Cantata da camera
Seicento
Testo per musica

le schede seguenti fanno riferimento a questa voce:

scheda autore titolo collocazione
8883 Giovanni Lotti Alle glorie del Sereniss. Principe Gio: Gastone secondogenito del Serenissimo Gran Duca di Toscana Cosimo Terzo. Per musica. O d’Etruria alto germoglio
8884 Giovanni Lotti Alla maestà d’Anna regina cristianissima le cui bellezze, particolarmente quelle delle mani, erano ammirabili. Per una signora ch’ebbe fortuna di riverirla. Per musica. Giunsi pur mai non fu tardo
8885 Giovanni Lotti Nel felicissimo Sponsalitio di Carlo Secondo Re Cattolico, e della Real Luisa D’Orleans. Per Musica. Or crolla e cadi e spianati o Pirene
8886 Giovanni Lotti Il Signor N. in veder bella fanciulla chiamata aurora se n’innamorò e la prendé per moglie. La beltà che m’innamora
8887 Giovanni Lotti In lode di molte Dame, che andavano in barca per il Tevere. Insuperbitevi onde latine
8888 Giovanni Lotti Amante liberato da servitù d’amore. Ho scosso il giogo e non si geme più
8889 Giovanni Lotti Dissuade un amante di far serenate. Che ti credi che sian le stelle
8890 Giovanni Lotti Morale, contro amore. Chi non vuol piangere
8891 Giovanni Lotti Per un principe che desiderava dormire e non poteva. Vigilanza importuna
8892 Giovanni Lotti L’amore una publica pazzia del mondo. Mentre solo d’amore mi doglio
8893 Giovanni Lotti Nell’augustissima elettione di Leopoldo Imperatore. Sol di gloria cui nel polo
8894 Giovanni Lotti Frenesia di donna amante nella lontananza dell’amato. Importuna lontananza
8895 Giovanni Lotti De’ vermi della seta, si disputava in un problema qual fusse più amoroso, & utile all’uomo, quello che muore nel boccio, o quello, che scappa da riprodurre il seme, e si difende il primo. Chi desia di rimirare
8896 Giovanni Lotti Nella morte della Signora Marchesa Lucretia Orologi, uccisa di notte da un sicario per la resistenza fatta alla lascivia di esso. Un Mida empio di Gnido allor che scorse
8897 Giovanni Lotti Disperatione. Non consolatemi ch’io più m’affanno
8898 Giovanni Lotti Dama chiusa in casa per la peste. Parla in questo tenore all’anima sua. Già da le morti armate
8899 Giovanni Lotti Uno liberato da lacci d’amore. Io ritorno dal periglio
8900 Giovanni Lotti Aria morale. La saetta non penetra più
8901 Giovanni Lotti Si deplorano le bellezze estinte dell’Imperatrice Isabella prima servita viva e poi veduta morta da San Francesco Borgia. Aria per musica. Al regio natale
8902 Giovanni Lotti Per l’elettione del nuovo imperatore. Orfane su tornate aquile al nido