Bibliografia: Amendola 2017a

Nadia Amendola, La poesia di Giovanni Pietro Monesio, Giovanni Lotti e Lelio Orsini nella cantata da camera del XVII secolo, Tesi di Dottorato in Beni culturali e territorio, XXX ciclo, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata" - Geschichts- und Kulturwissenschaften der Johannes Gutenberg-Universität Mainz, 2016/2017

Categoria generale
Studi monografici su singoli autori
Parole chiave
Giovanni Pietro Monesio
Giovanni Lotti
Lelio Orsini
Cantata da camera
Seicento
Testo per musica

le schede seguenti fanno riferimento a questa voce:

scheda autore titolo collocazione
7484 Giovanni Lotti Alla Santità di N. Signore Clemente X. Nella degnissima promozione seguita il 22. dicembre degl’Eminentiss. Borromeo, Massimi e Carpegna. Al medesimo pontefice. Già presso era il gran dì ch’all’infinito
7485 Giovanni Lotti All’Eminentiss. Cardinale Camillo Astalli quando fu adottato per nipote da Innocentio X
7486 Giovanni Lotti Nel felicissimo sposalitio del’Eccellentiss. Signori Gio: Battista Rospigliosi e Maria Margarita Pallavicini Nipoti di Clemente IX allor regnante. Si parla a Roma. Se per compendio pria di quei gran gesti
7487 Giovanni Lotti Al Signor Gio: Battista Ciambotti virtuoso e dilettissimo amico. Narra l’autore le miserie della fugace umana vita.
7488 Giovanni Lotti All’Eminentissimo Astalli adottato per nipote da Innocenzo X che fa per arme la colomba. Nella festa di Sant’Orsola di cui Sua Eminenza era protettore. Ecco dell’Anno in sui rigor nascenti
7489 Giovanni Lotti In lode del Signor Cardinal Antonio Barberino protettore della religione domenicana. Lupi d’Averno a cui le fibre insane
7490 Giovanni Lotti Raccomanda le sue poche fortune alla protettione dell’Eminentissimo Antonio Barberini suo Signore all’hora giovanetto e che componeva egregiamente in poesia. Fior de le rose e del purpureo coro
7491 Giovanni Lotti In lode d’un p. Francesco Gesuita portoghese ammirabile per il disprezzo del mondo e carità; mandato all’Indie Orientali a predicarvi la fede, fatto Vescovo di Cranganor. A premiar la virtù ch’in te s’aduna
7492 Giovanni Lotti Alle glorie di Urbano Ottavo il quale ritrovò il corpo di Santa Martina e di Santa Bibiana, Demetria e Dafrosa con molti altri Santi Martiri compagni delle medesime Sante. Non sazia di metalli e non feconda
7493 Giovanni Lotti Alle glorie del medesimo Pontefice nell’invenzione del corpo di S. Martina nel recinto del Carcere di Mamertino, dove furono prigionieri S. Pietro e S. Paolo. Apre a piè del Tarpeo li fianchi a Roma
7494 Giovanni Lotti Alle glorie del medesimo Pontefice nell’inventione di Santa Martina con altri suoi compagni martiri. Chini nel suol più cupo, Urbano, il ciglio
7495 Giovanni Lotti Santa Tecla fu posta alle fiamme
7496 Giovanni Lotti La Santa Teresa Vergine nella celebrazione dell’anno centesimo dal giorno del suo passaggio all’eterna gloria. Dunque un immenso e sì felice appieno
7497 Giovanni Lotti Nella morte d’un lacché dell’Eminentiss. Signor Cardinale Antonio ch’era velocissimo nel corso. Improviso. Garzon fedel, ch’ogni corsiero alato
7498 Giovanni Lotti Per una cagnolina bianca chiamata Navetta in braccio a B. D. chiamata Maria, qual’era in educazione in un monastero. Improviso. Cagnoletta gentil, ch’in braccio stai
7499 Giovanni Lotti Si lamenta di Zingaretta cagnola, che minaccia di morderlo a tavola dell’Eminentiss. Signor Card. Antonio Barberino suo signore. Improviso. Dunque irata tra vezzi a me t’avventi
7500 Giovanni Lotti Alle glorie d’Urbano Ottavo quando risanato da una infermità mortale, si fece rivedere in publico ed il popolo gridava viva viva. Improviso. Vinto il rischio mortal d’irata stella
7501 Giovanni Lotti In lode del Pompeo tragedia composta da N. Signore Alessandro Settimo nella sua gioventù. Su piaggia inospital d’Egittio mare
7503 Giovanni Lotti Contemplazione al cielo. Non è chi ci miri
7504 Giovanni Lotti Arietta morale. Avvertite che si more