Bibliographic level
Type of record
Date
Title
Music format
Linked names
Redazione
Physical description
Watermark
Not recorded
Notes
Elegante volume con copertine e dorso in similpelle marrone. La prima e la quarta copertina presentano una cornice a impressione dorata e riccamente decorata. Al centro della prima copertina in caratteri dorati il titolo LAVINIA A TURNO | CANTATA. Sul verso del primo risguardo, in basso a destra, una segnatura barrata (B696) che si riferisce alla vecchia segnatura in uso presso la biblioteca di provenienza del manoscritto (Königliche Privat-Musikaliensammlung, Dresda). La paginazione inizia dal frontespizio da cui si rileva anche il titolo completo. In basso al centro del frontespizio due timbri della biblioteca e in basso a sinistra la nuova segnatura in uso (Mus.2455-L-3). Seguono al frontespizio 67 pagine di musica a 10 pentagrammi aperti con numerazione a centro pagina in basso da 2 a 68. Lavinia a Turno è catalogata con numero d’opus MenR 144 secondo la catalogazione tematica di Rudolf Mengelberg (fonte RISM).
Uniform title
Scoring
Bibliographic repertories
Bibliography
Analytical description
Lavinia, Deh! Senti, o Turno amato!
Lavinia, Placa lo sdegno oh Dio!
Lavinia, Colpa è del crudo fato
Lavinia, Ma, oh Dio! Tu non rispondi?
Lavinia, M'affretta il padre all'ara
Lavinia, Qual cruda pena amara
Poetical text transcription
Deh! Senti, o Turno amato!
Sentimi per pietà,
No, non son io infida
Qual mi credi. All’aborrito nodo
Qual vittima mi tragge
Un barbaro dovere.
Il cielo, il padre, tutti
Tutti, oh Dio! Son congiunti
A lacerarmi il cor. Perché tu ancora
Cogl’ingiunti sospetti
Accresci alle mie pene
Un tormento maggiore?
Forse è questo per me l’ultimo istante
Ch’io ti ragiono, o caro!
Deh! Soffri almen, ch’io possa
Sperar che di mia fede
Più dubbio non avrai;
Lascia almen che provando
Della sorte il rigor sicura io sia
Che mi credi fedele anima mia.
Placa lo sdegno oh Dio!
Infida non son io.
Ti lascio, ma costante
Pena il mio cor per te.
Colpa è del crudo fato
Bell’Idolo adorato,
Non di quest’alma amante
Che non mancò di fè.
Ma, oh Dio! Tu non rispondi?
Tu rivolgi da me l’irato ciglio?
Mirami almen, crudel, mira quei lumi,
Che tante volte e tante,
Interpreti del cor, il fido amore
Ti spiegavan loquaci,
Or di pianto bagnati
Del mio crudo dolor prove infelici.
Essi diran, che a te fida son io,
Diran che per te moro, Idolo mio.
Ma che? Fuggi da me? Crudel t’arresta!
Odi un momento ancor.
Prima ch’io sia ad altro sposo in braccio
Morir saprò. Ma oh Dio!
Oh Dio! Fuggi, il spietato
Più non mi sente e intanto
L’ora fatal s’appressa
Ed io mi struggo in pianto,
Misera me. Veggo i sacri ministri,
Veggo la turba lieta,
Che al funesto imeneo già s’incammina.
Giunge il padre, lo sposo,
Deggio giurar la fede a chi non amo.
L’idol mio mi detesta,
Misera me! Qual cruda pena è questa.
M’affretta il padre all’ara,
Turno mi fugge irato,
Confuso e disperato
Mi trema in petto il cor.
Qual cruda pena amara,
Che rio tormento è questo,
Non ho più speme e resto
Vittima del dolor.
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Shelfmark
shelfmark Mus.2455-I-1
Record by Giuseppe Migliore