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La fonte non è citata in Gianturco-McCrickard.
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Il penare per te, bella, m'è caro
Sol contentati, amata
Febo il corso arresterà
La mia Erminda adorerò
Sotto cielo latino
Sorte ria, che seguirà
Mio destino, e che farò
Destinati nel baratro infernale
Poetical text transcription
Il penare per te, bella, m’è caro,
Pur ch’un giorno sperar possa mercede,
Deh ti muova a pietà il mio pianto amaro,
Che nascan queste stille in mar di fede.
Sol contentati, amata,
Dhe bagi genuflesso a piedi tuoi
Quella mano adorata,
A cui diè l’alabastro i pregi suoi?
E se il candore
È simbolo di fede,
Al candor della man l’alma non cede.
Febo il corso arresterà
L’ondeggiar cesserà il mare.
Ma ch’io lasci mai d’amare,
Non puot’esser, non sarà.
2.a
La mia Erminda adorerò,
Finché havrò spirto nel seno,
Nè il mio foco verrà meno,
Ma via più l’accenderò.
Sotto il cielo latino
Non si vidde già mai beltà sì rara
E per donna sì cara,
Meraviglia non fia, s’arde Fileno.
Se per lei venne meno,
Se gl’eremi cercò,
Se pianse, se languì,
Se per lei delirò,
Che al fin lecito fia
Piangere, vaneggiar, perdere i sensi
Per bellezza divina,
Che merta idolatria, che merta incensi.
Sorte ria, che seguirà?
Finirà
Di piagarmi,
Tormentarmi
La crudel mia deità?
2.a
Mio destino, e che farò?
Viverò,
Fiera sorte,
Dammi morte,
Perché almen non penerò.
Destinati nel baratro infernale
Furon quei, che nel sen gl’odij covaro.
Ivi gl’empij ne andaro
Giustamente puniti.
Ma la crudele Erminda
Fa provar un inferno
Al misero Fileno
E vuol, ch’in seno
Senta un incendio eterno,
E per pena maggior non vuol, che mora.
Tal castigo le dà, perché l’adora.
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shelfmark ND VI 2263,1.8
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