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Vogliono i numi e più la gloria mia
Parto, mi serbi, o cara
Destin perverso! Una follia d’amore
Io vincerò, ma che?
Poetical text transcription
Vogliono i numi, e più la gloria mia,
Ch’è l’idea, che distingue un’alma grande
Dalle basse, e volgari, ch’io ti lasci,
O mia sposa: Penelope diletta,
Ad Ulisse fedele, et amorosa.
Deggio lasciarti. In quest’amplesso, o cara
Ricevi d’un amaro, e dolce addio
Le misere agonie. Sento nell’alma
Un non so che di gelo: al labbro manca
Il respiro e l’accento… Ospite ingrato…
Paride traditor! Quanto mi costa…
Quanto costa alla Grecia
Il tuo lascivo errore!
Quanto costa tormenti a questo core.
Parto, mi serbi, o cara,
La tua costanza e fé:
Amami, e lascia in me
La cura di tornar.
Lascia la doglia amara
Sin ch’io son teco accanto.
Cara, col tuo bel pianto
Più non mi tormentar.
Destin perverso! Una follia d’amore,
L’armi dell’Asia e della Grecia i legni
Ha posto in tal tumulto, e il cor d’Ulisse.
Si vada. Il Ciel ch’è pio
De’ miei, de’ casi tuoi regga il governo.
Né voglia che innocenti
Del fallo altrui pagar dobbiamo il fio.
Si vada. Ho cuore. Ho petto
A gran pensieri, a grand’imprese usato,
Io vincerò, sebben s’armasse il fato.
Io vincerò, ma che?
Ma poi s’io penso a te
Penso che perderò.
Perché l’invitto amore,
Allor che rimirai
Del tuo bel volto i rai,
Di me già trionfò.
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shelfmark A 403.8
Record by Andrea Zedler