Bibliographic level
Type of record
Date
Title
Music format
Linked names
Is part of
Redazione
Physical description
Watermark
Not recorded
Uniform title
Bibliography
Poetical text transcription
Adorata crudele
Dopo che la mia sorte
Sotto altro ciel mi guida
Per ch’io lungi da te provi la morte
Sappi che ogni momento
Soffro più d’un tormento;
È selice in assenza
Che l’ufficio del labbro usurpi il foglio
Leggi su queste note il mio cordoglio.
A chi vive di speranza
Bastarebbe per morire
L’esser lungi dal suo ben:
Dunque già la lontananza
È un martire
Del mio sen.
2.a
Star lontano dall’oggetto
È l’istesso che diviso
In due parti avere il cor:
Che lasciando il suo diletto
Resta ucciso
Dal dolor.
E pur non è sol questa
La cagion del mio male;
Poiché l’aura funesta
Che spira in questo cielo al mio periglio
Cessando il duro esilio
Potrebbe col ritorno
Riserbarmi più lieti i rai del giorno:
Ma il pensarti o Dorilla
Ingrata alle mie pene
Più m’affligge, onde sono
Per tirannia d’amore
Pria lontano dagli occhi e poi dal core.
Macchia di nobil alma
È il titolo d’ingrato
A un cor fedele;
Né può chiamarsi palma
Contro il voler del fato
Esser crudele.
2.a
Pregio di nobil petto
È il nome di pietoso
E di costante
Rispondere all’affetto
Bramar l’altrui riposo
È onor d’amante.
Forse, o ingrata, leggendo
Questi teneri sensi
Più ti indurisci, e brami
Per trionfar sul naturale orgoglio
Entro il mar del mio pianto esser lo scoglio.
Ma della tua durezza
Non andrai gloriosa
Già ch’io penso e risolvo
Con eterna costanza
Arrossita mirar la tua baldanza;
Anzi alla mia fermezza
Nella scuola d’amore
Sarà cifra immortal la tua durezza.
Se non fossi crudel come sei
Non potrei
Palesar la costanza del cor:
E gli amanti che godono in pace
Non provan la face
Del nume d’amor.
2.a
Se i nocchieri tempeste non hanno
Mai non sanno
Dove giunge il dominio del mar
Così appunto nei flutti di Gnido
Lontano dal lido
S’impara a penar.
Country
Language
Shelfmark
collection Vat. lat.
shelfmark 10204.54
Record by Teresa Gialdroni