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Redazione
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Watermark
Not recorded
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Testo messo in musica da Severo de Luca
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Poetical text transcription
Perdona amor perdona
Ai deliri del labro
Se talora agitato
Dagli affanni del core
Ti chiamo della mente eterno amore.
Fosti crudo infin che accesa
L’alma mia da rai di un ciglio
Sospirò la libertà
Hor sei caro se l’offesa
Vista in fronte al mio periglio
Ha svegliato in te pietà.
2.a
Fosti fiero allor che al core
Meditasti ampie ruine
Al dispetto della fé:
Hor sei dolce se il timore
Di morir prigion d’un crine
Pure alfin trovò mercè.
Piansi lunga stagione
E inimico a me stesso
Alle pene indefesso
Diedi in vero di freno eterno sprone
Senza speranza alcuna
D’intenerire un giorno
Colei che dominò la mia fortuna;
Anzi credei talora
Che beffasse la cruda i miei martiri;
ma m’ingannai se intanto
al mio duol sospirò, pianse al mio pianto.
Già fui Tantalo
E il core assetato
Visse un dì nell’inferno d’amor
Ma le poma dal seno adorato
Ora sono delizia del cor.
Poiché del nume arciero
La placida saetta
L’alma trafigge è ver ma poi diletta.
2 a
Già fui Sisifo
E stanco nel passo
Mi parea troppo lungo il soffrir
Ma poi giunsi quell’alma di sasso,
Ed alfine la vidi ammollir.
Mi piace la tua legge o Re di Gnido,
Benché talor si acquisti
Nome di tirannia, traccia di frode;
Poiché seguendo un volto
Molto si pena è ver ma poi si gode.
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collection Vat. lat.
shelfmark 10204.35
Record by Teresa Gialdroni