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Redazione
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Watermark
Not recorded
Notes
Testo messo in musica da Severo de Luca (cfr. D-MÜs SANT Hs 869)
Uniform title
Poetical text transcription
Già fugavan le stelle
Con nitriti sonori
I destrieri di lui, che il dì conduce:
Già con forme più belle
Gonfia di nuovi albori
Dal confin d’Oriente uscìa la luce:
Quando al piè d’un cipresso
Venne a veder l’innamorato Curillo,
E a quell’arbore istesso
Affissando il pensiero
Disse le sue sventure, e disse il vero.
A quest’arbore funesta
Quanto è simile il mio core:
Il riposo al fianco appresta,
Cor nel sen chiama il dolore.
2a
Nel suo verde viene espresso
Quando spera il mio desire:
Poiché il verde del cipresso
È speranza di morire.
Ma dimmi amata Clori
Clori degl’occhi miei delizia, e pena
Dimmi perché gli ardori
D‘un’anima fedel tu prendi a scherno;
E chi ti crede al viso
Nume del paradiso
Prova per te l’inferno.
D’inganni se pensi
Con esser crudele
Ch’io lasci d’amar:
Ch’ai teneri sensi
D’un alma fedele
Dà latte il penar.
2a
D’inganni se pensi
Che l’esser fedele
Mi faccia penar:
Che i barbari sensi
Di te mia crudele
Dan pregio all’amar.
Benché quando ti vidi
M’avesse detto amore
Che ser troppo cudel, ch’io non ti amassi,
Bella t’avrei seguito,
E il consiglio d’amore avrei schernito.
Se non fossi crudel, come sei,
Non avrei
Il bel nome di fido, e costante:
E godendo narrar non saprei
Quanto costa la fé d’un amante.
2a
Se i nocchieri tempeste non hanno,
Mai non sanno
Quanto è grande la forza del mare:
E se il mar non avesse l’inganno,
ogni cieco sapria navigare.
Io posso dir che intendo
Quanto punge lo stral de dio bendato;
Se in un misero stato
La verità dalle ferite apprendo;
Ma se parlai del mare
Clori col mar ti lascio,
Già che per mio cordoglio
Tu sei l’onda fugace, io son lo scoglio.
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collection Vat. lat.
shelfmark 10204.24
Record by Giulia Ausanio