Tipo record
    Scheda inferiore
  
    Tipo documento
    Musica manoscritta
  
    Data
    Data incerta, 1840-1868 
  
    Titolo
    Cantata di Ant.o Caldara con VV. [Quegli occhi vezzosi]
  
    Presentazione
    Partitura
  
    Legami a persone
    compositore: Caldara, Antonio(1671c-1736)
  
    
    copista: Jahn, Otto(1813-1869)
  
    Fa parte di
Redazione
    [Berlin : copia di Otto Jahn, 1840-1968]
  
    Descrizione fisica
    P. 3-5
  
    Filigrana
      Non rilevata
    
  
          Note
    Copia del manoscritto autografo di Caldara conservato in D-B e segnato Mus.ms.autogr. Caldara, A. 11; in fondo il trascrittore Otto Jahn riporta quanto indicato nel manoscritto originale: "A di 23 / luglio 1712 / in Salzburg"
  
    Titolo uniforme
    Quegli occhi vezzosi. Cantata
  
    Organico
    Contralto, violino e continuo
  
    Descrizione analitica
    1.1: Allegro(aria, re minore, 3/8)
Quegli occhi vezzosi
  
    Quegli occhi vezzosi
    2.1: (recitativo, c)
Mia vaghissima Irene
  
    Mia vaghissima Irene
    3.1: Allegro(aria, re minore, 2/4)
Quei due circoli sì belli
  
    Quei due circoli sì belli
Trascrizione del testo poetico
Quegli occhi vezzosi
Pietosi e severi
Son dolci e son fieri
Incanti d’amor.
Son spirti d’Averno
D’inferno e del cielo
Son luci di delo
Magie d’ogni cor.
Mia vaghissima Irene
L’urne de’ neri lumi
Son steccati d’Amore
Ove le grazie il viso il vezzo il brio
Di quei lucenti sguardi
Vibran saette e dardi
E fatti giostrata
Vestita a bruno
Scoccar colpi fatali
Pur li duo feritori
(Oh portento del cielo
Oh miracol d’Amore!)
Non s’offenderà tra lor
Ma se de’ spettator piagato è il seno
Ed è ferito il core.
Quei due circoli sì belli
Mongibelli son d’Amore
Ove il core consumando
Dileguando ognun sarà.
E la bella feritrice
Spettatrice di chi muore
Non ha senso di dolore
Non ha stimol di pietà.
Paese
    Italia
  
    Lingua
    Italiano
  
    Segnatura
    B-Bc            - Bruxelles  - Conservatoire Royal, Bibliothèque 
collocazione 24504/2
    collocazione 24504/2
Scheda a cura di Teresa M. Gialdroni
