Scheda n. 8275

Tipo record

Scheda singola

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data certa, 1714

Titolo

La Condanna di N. S: G: C. | Cantata Morale | di frà Fran.co M.a Benedetti Min: Con.le M.ro di Cap. | nella Sagra Basilica | d’Assisi | 1714

Presentazione

Partitura e parti

Legami a persone

compositore: Benedetti, Francesco Maria (1683-1749)

Redazione

Assisi : autografo, 1714

Descrizione fisica

C. 1r-10r ; 220x290 mm

Filigrana

Note

Tit. dal frontespizio; il ms. è formato dalla partitura più le parti staccate del "Violino P.o", "Violino 2°" e "Violoncello"; annotazioni sul frontespizio: "non arriva a mezz’Ora | n. 4 | N. 27 | Mss. N. 113/2"; cartulazione moderna

Titolo uniforme

Qual di turbe baccanti. Cantata morale, Qual di turbe baccanti

Organico

Soprano, 2 violini e continuo

Repertori bibliografici

URFM: Benedetti, Francesco Maria: La condanna di Nostro Signore Gesù
Bettin 2016: n. 186
Sartori 1962: p. 170

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
Qual di turbe baccanti alto romore
2.1: All.o e spiccato(aria, do maggiore, 3/8)
Nasce il sol all'alba in grembo
3.1: (recitativo, c)
Così Giesù: se quel divin sembiante
4.1: (aria, la minore, 3/4)
Chi può ridire
5.1: (recitativo, c)
Ma che sento! Le turbe infellonite
6.1: All.o e Fiero(aria, fa maggiore, c)
Perfidi o là tacete
7.1: (recitativo, c)
Taccion le turbe infide
8.1: Affettuoso(aria, do maggiore, 12/8)
Non voglio peccar più

Trascrizione del testo poetico

Qual di turbe baccanti alto romore
Della vasta Sionne assorda il cielo
Tutte colme di sdegno e di furore
Alla regia magione
Del preside Pilato corrono ardite
E già premon la soglia.
Ei dall’alto balcone
Giesù le mostra, oh Dio
Che vista e grida alle turbe adirate:
Ecco l’uom, Giudei mirate.

Nasce il sole all’alba in grembo
E di luce in cocchio assiso
Co’ suoi raggi il cielo indora.
Sorge tosto orrido nembo
Di vapori e nubi intriso
E lo cuopre e lo scolora.

Così Giesù: se quel divin sembiante
Prima del sol più vaga
Spandea luce amorosa
Di corona spinosa
Cinte or le tempia e ’l crine
Di sputi e lividure
Ricoperte le guancie
E ’l divin corpo piagato
I lumi a terra fissi
Sono di sì bel sol l’orrida eclissi.

Chi può ridire
Tutto il martire
Che l’alma ingombra del mio Signor.
Chi mai divisa
La strana guisa
Con cui lo scrucia mesto rossor.

Ma che sento! Le turbe infellonite
A vista sì dolente
Commosse e intenerite
Gridano ad alta voce:
Pietade. Ah! no! gridano: in croce.

Perfidi o là tacete
E pria che tali accenti
Formi la lingua estinti al suol cadete.
Voci così spietate
Crudeli han già toccate
Di barbara empietà l’ultime mete.

Taccion le turbe infide
E pur si sente ancor fra suoi seguaci
Un’empia voce che contro al Signor mio
Segue a gridare: in croce e quel son io.
Io col mio peccare
Seguendo del piacer le storte vie
Sol per vane follie
Tenendo aperte a’ sensi miei le porte
Il mio nume, il mio Dio condanno a morte.

Non voglio peccar più
Per non dare a Giesù
Tormenti e pene.
Piangete, o lumi, e intanto
Con accenti di pianto
Gridi fedel il cor
Muora la colpa ognor
Viva il mio bene.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Af - Assisi - Biblioteca e Centro di documentazione francescana del Sacro Convento di S. Francesco
collocazione Mss. N. 113/2

Scheda a cura di Ivano Bettin
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