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Legami a persone
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Redazione
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Titolo uniforme
Organico
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Descrizione analitica
Sentitemi sentite o dell’Abisso habitator penanti
Scorgete omai scorgete
Infida stella al mio gioir
Dove mi volgo e giro
O ch’io goda o ch’io peni
Che t’aggiri in fier martire
Ma l’alma che provi
Dite dite non è non è portento
Giove Giove il tonante
La mancanza di quel bene
Così dicea l’instabile
Trascrizione del testo poetico
Sentitemi sentite
O dell’Abisso habitator penanti
E nell’amare stille
Dell’ampio mar de miei penosi pianti
Scorgete omai scorgete
Il numero fatal de’ miei tormenti
E diano al vostro mal dolce ristoro
Il mio duolo i martori.
Infida stella
Al mio gioir
Sempre rubella
Mi dà martir.
S’un volto amabile
Mi dà tormento
Se dissamabile
Morir mi sento.
Dove mi volgo e giro
Il mio penar il mio dolor rimiro
O sia beltade humile
O sia beltade altera
O sia dolce o severa
Fo quest’alma servile.
O ch’io goda o ch’io peni
Forz’è nel lagrimar l’orecchio meni.
Che t’aggiri in fier martire
Ission non è stupore
Sei dannato a un cieco ardore
A penar senza morire.
Ma l’alma che provi
Nel ciel di bellezze
Continue amarezze.
Dite dite non è non è portento
Non v’è pena maggior del mio tormento.
Giove Giove il tonante
Vi destin’alle fiamme
Io dannat’in eterno
Formo per mio destino
Del mio volere a questo cor l’inferno.
La mancanza di quel bene
Che non viene
Fa più grave il vostro foco
Ma quel ben che mai vien meno
È veleno
Che mi strugge a poco a poco.
Anime tormentate
Il mio duol compatite
Se mi lagno a raggion ditelo dite.
Così dicea l’instabile
E impietosito al suo dolore il vento
Portò sin nell’Abisso il suo lamento.
Paese
Lingua
Segnatura
collocazione Cantate 50 olim 33.5.38 deinde Arie 63.3
Scheda a cura di Teresa M. Gialdroni