Scheda n. 12952

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1703-1705

Titolo

Del Sig:re Mancini [Vengha chi veder vole]

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Mancini, Francesco (1672–1737)
curatore: Fede, Innocenzo (1661?-1732?)
possessore: Stuart, Giacomo III (1688-1766)

Fa parte di

(n. 12932/12)

Redazione

Copia del Copista 11 (cfr. bibliografia)

Descrizione fisica

p. 91-106

Note

DI questa cantata esiste anche un'altra versione. Per l'attribuzione della copia al Copista 11 cfr. bibliografia

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Bibliografia

Wright 1975: n. 197, p. 412

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, C)
Vengha chi veder vole stupori immensi
2.1: Aria(aria, do maggiore, C)
O vaga o bella bocca
3.1: Re:vo(recitativo, C)
Che beltà che vaghezza chi non dirà
4.1: Aria(aria, do maggiore, 3/4)
Per non farmi più penare

Trascrizione del testo poetico

Vengha chi veder vuole
Stupori immensi,
Raccolti in breve giro
D'una bocca vezzosa
Ove la Dea d'Amore
Sen giace e posa.
Qui, di perle ridenti,
Vedrai vezzi leggiadri
Con labro di rubino
Che servon d'archi
Al ferito bambino.

O vaga o bella bocca,
Fonte d'ogni piacer,
Coperto in quelle rose
Per saëtar s'ascose
Il pargoletto arcier.

Che beltà che vaghezza
Chi non dirà che quell'amat bocca
Il compendio non sia della bellezza!
A qual si vago innesto
Di porpore e coralli
Anche cede l'aurora?
E il bel vermiglio suo
Perde e scolora
Labra belle e vivaci.
S'io languisco in mirarvi
E che fariano, oh Dio, i vostri bacci?

Per non farmi più penare
Bella bocca dimmi un sì
Perche sempre questo core,
Agitato dal tuo amore,
Non ha pace notte e dì.

Paese

Francia

Lingua

Italiano

Segnatura

F-Pn - Paris - Bibliothèque Nationale de France
collocazione H 659(VII).12

Scheda a cura di Matteo Giannelli
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