Tipo record
Tipo documento
Data
Titolo
Presentazione
Legami a persone
Fa parte di
Redazione
Descrizione fisica
Filigrana
Note
Titolo uniforme
Organico
Bibliografia
Descrizione analitica
Vogliono i numi, e più la gloria mia
Parto; mi serba, o cara
Destin portervo! Una follia d’amore
Io vincerò, ma che
Trascrizione del testo poetico
Vogliono i numi, e più la gloria mia,
Ch’è l’idea, che distingue un’alma grande
Dalle basse, e volgari, ch’io ti lasci,
O mia sposa: Penelope diletta,
Ad Ulisse fedele, et amorosa.
Deggio lasciarti. In quest’amplesso, o cara
Ricevi d’un amaro, e dolce addio
Le misere agonie. Sento nell’alma
Un non so che di gelo: al labbro manca
Il respiro e l’accento… Ospite ingrato…
Paride traditor! Quanto mi costa…
Quanto costa alla Grecia
Il tuo lascivo errore!
Quanti costa tormenti a questo core!
Parto; mi serba, o cara,
La tua costanza e fé:
Amami, e lascia a me
La cura di tornar.
Lascia la doglia amara
Sin ch’io son teco accanto.
Cara, col tuo bel pianto
Più non mi tormentar.
Destin portervo! Una follia d’amore,
L’armi dell’Asia e della Grecia i legni
Ha posto in tal tumulto, e il cor d’Ulisse.
Si vada. Il ciel ch’è pio
De’ miei, de’ casi tuoi regga il governo.
Né voglia che innocenti
Del fallo altrui pagar dobbiamo il fio.
Si vada. Ho cuore. Ho petto
A gran pensieri, a grand’imprese usato,
Io vincerò, sebben s’armasse il Fato.
Io vincerò, ma che?
Ma poi s’io penso a te
Penso che perderò.
Perché l’invitto Amore,
Allorché rimirai
Del tuo bel volto i rai,
Di me già trionfò.
Onde mio ben non so
Se più ritornerò.
Paese
Lingua
Segnatura
collocazione 104.10
Scheda a cura di Andrea Zedler