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Redazione
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Titolo uniforme
Organico
Repertori bibliografici
Descrizione analitica
Le tenui ruggiade
vasto mar balze romite
lassa che con la luce
quando dicea d'amarmi
Trascrizione del testo poetico
Le tenui ruggiade
Scotea dal carro d’or su l’erbe e i fiori
La rubiconda Aurora
Allor ch’Olimpia non ben desta ancora
Dell’amante infedele
Vedove a un tratto ritrovò le piume
Scioglie la tema dell’incerto danno
Le reliquie del sonno in su’i bei lumi
E sospesa e tremante
Dal lido al letto e dalla selva al lido
Chiamando il nome infido
Poiché più volte riportò le piante
Su la cima d’un sasso il guardo fisse
Entro l’aere dubbioso
E fra mille lamenti
Queste all’aure spiegò voci dolenti.
Vasto mar balze romite
Deh mi dite
Il mio bene ov’è che fa
Onde quiete aure serene
Erbe fiori ombrose piante
Il mio bene se sapete
Rispondete per pietà.
Lassa che con la luce
La mia doglia s’avanza
Io veggio oh Dio veggio
Le gonfie ingannatrici vele
Dello sposo infedele
Fuggir per l’acque e portar lunge il vento
Colla nave spergiura il mio lamento.
Queste (Bireno ingrato)
Son le promesse il fido amore e questo?
Quanti quanti pur dianzi
Sotto il silenzio dell’ombrosa notte
E il tremolar delle invocate stelle
Giuramenti non fé d’esser costante?
Misera Olimpia abbandonata amante
In qual mente in qual Seno
Più luogo avrà la vereconda fede
S’io son schernita e m’ingannò Bireno.
Quando dicea d’amarmi
Allor volea lasciarmi
E mi tradiva allor
E mi tradiva allor e mi tradiva allor
Di mille inganni fabro
Fede giurava il labro
Ed era infido il cor.
Paese
Lingua
Segnatura
collocazione 578.5
Scheda a cura di Antonio Viri