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Legami a persone
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Redazione
Descrizione fisica
Filigrana
Note
Testo messo in musica da Alessandro Scarlatti (D-MÜs Sant.Hs. 869 e I-MOe F. 1362)
Titolo uniforme
Bibliografia
Trascrizione del testo poetico
Dalla speme deluso
Che fai mio cor, che pensi:
Qual di martiri immensi
Barbaro influsso e luminoso errore
Della ragione all’uso
Flagella il moto ed incatena i sensi:
Che fai mio cor che pensi?
Sciogli quel laccio indegno
Che vuol su la tua pena
La gloria del rigor
Fuggi l’infausto regno
Che indora la catena
Col nome dell’amor.
2.a
Spezza quel dardo imbelle
Che vien da un occhio nero
Tinto di crudeltà:
Non forzano le stelle
L’arbitrio del pensiero,
che nacque in libertà.
Ma se non forzan gl’astri,
Chi m’intorbida il seno
Chi mi fa di me stesso
Teatro, e pena e martire e tiranno:
Qual d’occulto veleno,
Qual di stigio riflesso
Mi balena nell’alma eterno affanno?
Se non fosse di Nume
Quel voler che a momenti
Sveglia le mie querele
La tempra dei tormenti
Grandinar non potría così crudele.
Se nascesse sol da un crine
Quel dolor per cui mi moro
Col tesoro
Di quell’oro
Pagarei le mie ruine
Se nascesse sol da un crine.
2.a
Se nascesse sol da un guardo
Quella piaga per cui peno
Il sereno
Del baleno
Saria balsamo del dardo
Se nascesse sol da un guardo.
Ah no che non è umana
La cagion del mio male
Da origine sovrana
Entro culla immortale
Trasse splendide fasce empio cordoglio,
E su l’aura infelice
Che il mio labro spirò, sfoga l’orgoglio.
Dunque che far poss’io
Oh Chimere non viste e non intese
Se fate ch’io mi strugga
Mentre dite ch’io fugga.
Piante voi che coll’alma frondosa
Vegetate
Dell’ombre la prole
Se talor della fronte vezzosa
Sirio ardente vi turba la quiete
Almeno sapete
Ch’è un raggio del sole.
Ma nel mio petto oh dio
Ch’ha per nemico il cielo
Nasce l’ombra dal sol dal foco il gelo.
2.a
Acque voi che con fasto sonoro
Mormorate
Trionfi d’argento
Se talora del molle ristoro
Aura avvisa contrasta le mete
Almeno sapete
Ch’è un scherzo del vento.
Io dall’aure agitato
De miei sospiri intanto
Non so qual centro havrà l’acqua del pianto.
Sì disse in riva all’Arno
L’addolorato Aminta,
E pensando che indarno
Tregua sperava al duolo
Si lanciò sulle sponde,
Pianse, tacque, pensò, cadde nell’onde.
Paese
Lingua
Segnatura
fondo Vat. lat.
collocazione 10204.34
Scheda a cura di Teresa Gialdroni