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Saprò spergiura a tuo malgrado ancora
Figlio, si spezza il core
Ma fra inutile pianto
Non speri placato
Poetical text transcription
Saprò spergiura a tuo malgrado ancora
Seguir tuoi passi… Ma! Che veggio! Oh stelle!
Queste, che sparse al suol lacere membra,
Sien’ del tenero figlio a me pur sembra,
Ah, che pur troppo è ver; barbara figlia,
Non fu bastante il tuo primiero errore
Per goder di tue voglie impure e immonde
Ch’anche dal petto ora mi svelli il core?
Dite, numi perversi, ove s’asconde
Fera d’essa peggior? Trovaste, iniqua,
L’unica via d’indebolirmi e voi,
Barbari, ingiusti dei,
Di rendermi più odiosi i giorni miei.
Figlio, si spezza il core,
L’alma dal sen s’invola
E seco dal dolore
Sento vacilla il piè.
Tutto a me sembra orrore,
Parmi che il suol si scuota
E tutto il mio furore
Sento mancar con me.
Ma fra inutile pianto
Di vendicarti, o figlio, io perdo il vanto;
Pur ti consola, ché vedrai fra poco
Là di cocito in quelle nere soglie
Due vittime svenate aver suo loco;
Io ministro sarò e se al mio braccio
Si niega un tal piacer, io tutte allora
Le più crudeli furie
d’Erebo invocherò a tua vendetta
E Giove ancor con la mortal saetta.
Non speri placato
Vedermi quel core,
Ma tutto furore
M’attenda ad ognor.
Lo chiede, l’aspetta
Un figlio svenato,
D’un padre sdegnato
Lo chiede il furor.
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shelfmark A 403.18
Record by Andrea Zedler