Tipo record
Tipo documento
Data
Titolo
Presentazione
Legami a persone
Redazione
Descrizione fisica
Note
DI questa cantata esiste anche un'altra versione. Per l'attribuzione della copia al Copista 11 cfr. bibliografia
Titolo uniforme
Organico
Bibliografia
Descrizione analitica
Vengha chi veder vole stupori immensi
O vaga o bella bocca
Che beltà che vaghezza chi non dirà
Per non farmi più penare
Trascrizione del testo poetico
Vengha chi veder vuole
Stupori immensi,
Raccolti in breve giro
D'una bocca vezzosa
Ove la Dea d'Amore
Sen giace e posa.
Qui, di perle ridenti,
Vedrai vezzi leggiadri
Con labro di rubino
Che servon d'archi
Al ferito bambino.
O vaga o bella bocca,
Fonte d'ogni piacer,
Coperto in quelle rose
Per saëtar s'ascose
Il pargoletto arcier.
Che beltà che vaghezza
Chi non dirà che quell'amat bocca
Il compendio non sia della bellezza!
A qual si vago innesto
Di porpore e coralli
Anche cede l'aurora?
E il bel vermiglio suo
Perde e scolora
Labra belle e vivaci.
S'io languisco in mirarvi
E che fariano, oh Dio, i vostri bacci?
Per non farmi più penare
Bella bocca dimmi un sì
Perche sempre questo core,
Agitato dal tuo amore,
Non ha pace notte e dì.
Paese
Lingua
Segnatura
collocazione H 659(VII).12
Scheda a cura di Matteo Giannelli